Report del Rito dell’Uomo Cervo
Come ogni anno durante il periodo carnevalesco con Antropostudio abbiamo organizzato un tour nelle selvgge Mainarde Molisane dedicato all'antico rito dell' Uomo Cervo, qui il piccolo paese di Castelnuovo al Volturno ospita questa manifestazione che affonda le proprie origini in tempi antichi. Si tratta del Gl’ Cierv, una rappresentazione che combina rituali magico religiosi e scene di caccia in una pantomima che ha la particolarità di descrivere gli aspetti tipici della vita primordiale. Il tintinnio dei campanacci suonati con una cadenza ossessiva danno inizio all’evento: sono in arrivo leJanare, le streghe che annunciano il rito che si sta per rinnovare. Seguono gli Zampognari fino al grido che annuncia l’arrivo della bestia, ovvero il Cervo, un attore coperto di pelli e con grandi corna ramificate sulla testa che rappresenta l’inverno simboleggiando la fame, il freddo, la sofferenza e la fatica.
Si presenta con il volto e le mani dipinti di nero e il petto ornato da campanacci ostentando forza e cattiveria: irrompe nella piazza distruggendo tutto ciò che incontra e aggredendo la gente. Entra allora in scena una Cerva dal pellame più chiaro e movenze più aggraziate ma la danza d’amore non basta a calmare il poderoso animale. Solo Mago Martino ci riesce in un primo momento: il misterioso personaggio dal cappello a punta vestito di bianco, rappresenta il Bene ed appare come una sorta di mago venuto dalla montagna per arginare la furia delle bestie che, nonostante siano ora legate ad una corda, rifiutano con disprezzo la polenta offerta come segno di pace. Anzi, riescono anche a liberarsi tornando a terrorizzare la gente fino all’intervento di un Cacciatore, il giustiziere che riesce a fermare la distruzione. Dopo gli spari gli animali si accasciano in un’atmosfera di morte: il Cacciatore allora si china sui due corpi, soffia nelle orecchie dei cervi che tornano a vivere in una nuova dimensione, liberata finalmente dagli spiriti del male.