Trekking Sciamanico con gli occhi di Guido Gazzilli
La primavera è un periodo molto particolare, ci sono certi giorni in montagna in cui sembra di essere ancora nel cuore dell'inverno: distese di neve alta che fa affondare fino ai fianchi, stalattiti di ghiaccio che scendono dai faggi arsi dal gelo invernale, vento gelido di tramontana che ferisce gli occhi.
Poi accade qualcosa di speciale il primo temerario raggio di sole si fa prepotentemente strada fra le nuvole d'alta quota ed il bosco nel mattino inoltrato comincia a trasformarsi. Nonostante il cielo sia terso inizia una leggera pioggia dagli alberi, cadono le gocce degli ultime retroguardie del ghiaccio invernale ed i colori iniziano ad esplodere nell'arco di mezz'ora.
L'aria vaporizzata dal violento galoppo di una cascata crea dei giochi di luce surreali e la voce della foresta che ricomincia a vivere si fa più forte.
Questa era l'atmosfera in cui ci siamo immersi il giorno di Pasquetta durante il Trekking Antropologico organizzato dalla nostra associazione, che aveva come tema l'approfondimento degli stati estatici in natura.
Con immenso piacere fra i vari partecipanti, proprio all'ultimo minuto si è aggiunto l'amico Guido Gazzilli, che la sera prima mi ha detto "Domani sono dei vostri!".
Da Antropologo Visuale ho sempre nutrito una grande stima per i fotografi talentuosi, per documentare noi antropologi ci gettiamo nel centro degli eventi proprio per vedere la realtà con lo sguardo dell'osservatore partecipante, ma riuscire ad avere dei risultati estetici soddisfacenti un un contesto di ricerca scientifica è davvero difficile.
Proprio per questo motivo ho sempre osservato con una certa stima ed interesse il lavoro fotografico di Guido Gazzilli, nei suo progetti vive a fondo una determinata realtà e ci si immerge fino al collo, in alcuni suoi lavori mi ricorda Francesco Faeta o Annabella Rossi che furono maestri delle "strategie dell'occhio" per tanti etnografi come me.
Come fanno gli antropologi, Guido partecipa a ciò che vede, e si sporca le mani facendolo, racconta una realtà vissuta in prima persona, dove la componente esperienziale di un vissuto vero fa parte dell'immagine stessa, e con il senso estetico di un artista è in grado di raccontarla.
Chi leggerà questo articolo attraverso gli occhi di Guido Gazzilli spero possa rivivere insieme a noi alcuni degli istanti più intensi di una giornata trascorsa insieme in montagna
Per chi volesse dare un'occhiata ai suoi interessantissimi lavori vi consiglio di visitare il suo sito:
Vi aspettiamo presto nelle prossime avventurose iniziative di Antropostudio.
Damiano Tullio